Lodaer Img

Il The Grid e l’autismo – parte 2

Il The Grid e l’autismo – parte 2: Intervista ai genitori di Tommaso
Cristina Menazza, psicologa psicoterapeuta Polo Blu Padova

Il presente contributo è la continuazione dell’articolo pubblicato sulla rivista “il Bello della Diversità” – N.5 settembre 2022 a cura di Noemi Salatino e collaboratori in cui Tommaso (nome di fantasia) racconta come ha imparato a usare il comunicatore Tablet con il Software The Grid 3, come ausilio di CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). In questo numero chiediamo alla mamma il suo punto di vista su questa esperienza.

Terapeuta (T): potete descrivere brevemente Tommaso?

Mamma (M): Tommaso è un bambino di dieci anni, vivace, allegro, sorridente e aperto alla vita. È molto curioso e vuole capire. Se gli spieghi il perché delle cose, ti ascolta. Adesso, anche grazie al comunicatore, è molto più aperto a comunicare e ad ascoltare.


T: attualmente Tommaso usa un tablet con software The Grid-3 nella vita di tutti i giorni, potete spiegare in cosa consiste e come lo usate voi o come lo usa lui?

M: Lo porta ovunque, anche per una semplice passeggiata. Con noi genitori lo usa per comunicare cosa vuole, ad esempio per pranzo o per cena. Lo usa anche per farci sapere dove vorrebbe andare il fine settimana o quali attività gli piacerebbe fare. Lo scorso fine settimana voleva andare in bicicletta al parco e, grazie al comunicatore con le immagini gli abbiamo potuto spiegare che le condizioni climatiche non lo permettevano e che l’avremmo portato un’altra volta, e abbiamo potuto procrastinare ad un’altra occasione.

Anche noi genitori possiamo comunicare con Tommaso attraverso il tablet. Anche se Tommaso è in grado di comprendere quello che gli diciamo senza il comunicatore, è stato un passaggio necessario inizialmente per lui vedere che anche papà e mamma usano lo stesso mezzo per comunicare: ciò permette di normalizzare e rendere il sistema di comunicazione reciproco, bidirezionale.

Usiamo il comunicatore anche per programmare la settimana che verrà. Gli permette di sapere la sera prima cosa farà il giorno dopo. Adesso è autonomo nel preparare la borsa per il giorno dopo. Usa le griglie di scuola anche per ripassare e, a volte, ci coinvolge.

T: prima di usare il comunicatore come comunicava Tommaso? E quali differenze incontrate tra prima e ora?

Mamma: Prima di usare il comunicatore Tommaso usava i gesti e a volte qualche parola, ma era molto difficile interpretarlo. Spesso andava in crisi, urlava, piangeva e si agitava molto. Io come mamma, stando più tempo con lui, avevo imparato a comprenderlo. Restava comunque difficile comunicare e comprendere cose meno immediate.

Adesso è più facile capirlo. Grazie al comunicatore il livello di frustrazione si è abbassato perché Tommaso può comunicare ed esprimere i suoi bisogni in modo tranquillo.

All’inizio usava il tablet indicando direttamente cosa di cui aveva bisogno, adesso sta imparando ad usarlo in maniera più strutturata, formulando la frase con soggetto-predicato-complemento. Usa la formula più complessa perché io e papà abbiamo fatto da modello con lui e Tommaso ha imparato velocemente.

Adesso, rispetto a prima, è più facile spiegarsi e capirsi. Ad esempio, quando devo spiegare una situazione complessa, col comunicatore mi è possibile sviscerarla. Io uso le parole in parallelo al comunicatore e agendo in questo modo – con la spiegazione verbale mediata dalle immagini – lui accetta di più lo scambio e la reazione emotiva alla spiegazione è cambiata, ad esempio quando ci sono dei divieti o dei dinieghi ora si infastidisce ancora ma accetta, mentre prima di alterava subito.

T: quali sono i vantaggi per voi genitori di avere il comunicatore?

M: Capirsi in maniera paritaria, sulla stessa linea tra noi e lui.

T: immagino sia complicato impararlo e usarlo…quali le difficoltà per voi? O gli ostacoli?

M: Pensare a come gestire le griglie all’inizio è stato molto difficoltoso. Imparare ad integrare la comunicazione orale e verbale col comunicatore è difficile perché implica pensare che la comunicazione ha un’altra forma, in parallelo, non spontanea. Adesso ci viene naturale, ma all’inizio ci è risultato un po’ artificiale: è come se avessimo dovuto imparare ad usare un arto artificiale.

La cosa positiva è che Tommaso usa il comunicatore con le persone indipendentemente dal fatto che poi l’altra persona lo usi a sua volta con lui, ha fatto un passo avanti.

T: potete dare un messaggio ai genitori di un bambino con difficoltà di linguaggio a cui viene proposto un sistema di CAA?

Mamma: Provare. Se il bambino accoglie la tecnologia, vale la pena provare. Comprendo la preoccupazione di un genitore che pensa che il comunicatore possa limitare la capacità di imparare il verbale. Dalla mia esperienza posso dire che invece adesso Tommaso ha imparato a dire più chiaramente “mamma” e “papà”, mentre prima emetteva pochi suoni. Adesso dice anche “nonno” e “nonna”. Il messaggio che vorrei dare è quello di non precludersi niente per il bene del proprio figlio. Provate, anche se all’inizio è difficile e bisogna apprendere e farsi aiutare. Un figlio ci può sorprendere, non precludete a vostro figlio qualcosa che può essere positivo per lui. Il bello è che non è soltanto una questione di comunicazione, perché una volta che quel canale si sblocca, si aprono altre porte. A scuola è aumentata la partecipazione in aula, Tommaso ha piacere nel partecipare ai ruoli che vengono dati all’interno della classe. Adesso si isola meno, si sono aperte le porte per la socializzazione. Il comunicatore è un supporto, un ausilio.

T: Il comunicatore è un ausilio che differenzia il bambino dagli altri? Lo fa percepire diverso?

Mamma: All’inizio può essere strano, ma poi per i bambini diventa normale. Un adulto sarebbe più portato a vederla come una diversità intesa come limite, ma per i bambini quell’elemento di diversità non è un problema. Anzi, lo rende unico e i suoi amici lo sanno, perché fa parte di lui. I bambini hanno meno pregiudizi, sono più aperti e l’inclusione avviene in modo più semplice, se mediata adeguatamente da noi adulti, se anche per noi un ausilio non è un problema ma un’opportunità.

Articolo pubblicato nella rivista Asperger News

 


Per un consulto o per porre una domanda scrivici, siamo a tua disposizione.

poloblu.autismo@gmail.com122

POLO BLU si trova a Padova, in via della Croce Rossa 112,

+39 393 620 6027