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TEATRO E SINDROME DI ASPERGER

A cura di Raffaele Bonni, psicologo psicoterapeuta

Mi chiamo Raffaele Bonni, mi sono laureato in psicologia presso l’Università degli Studi di Padova e successivamente mi sono specializzato presso la scuola di Psicoterapia Breve Strategica di Arezzo.

Ho lavorato fin dall’inizio con adolescenti e persone con disabilità avvicinandomi al mondo dell’autismo prima attraverso il tirocinio post lauream e negli anni attraverso contatti con diverse realtà del territorio fino ad arrivare a stringere una solida collaborazione con il Centro Polo Blu di Padova, coordinato dalla dott.ssa Cristina Menazza, ove svolgo attività di consulenza e psicoterapia per adulti, ragazzi e giovani e i loro familiari.

Dopo la mia laurea mi sono affacciato al mondo del teatro che da ormai 16 anni è diventato una parte importante della mia vita professionale. Dopo aver frequentato diversi corsi e laboratori teatrali, fondato una compagnia teatrale ed essere andato in scena diverse volte mi sono cimentato anche nella regia di spettacoli lavorando con persona con disabilità tra cui persone con autismo.

 “L’associazione culturale Carichi Sospesi” nasce a Padova alla fine del 1998 con l’intento di promuovere laboratori di animazione teatrale nel disagio psichico e fisico, produrre spettacoli teatrali, sperimentare nuovi linguaggi e nuove tecniche.

Lo spettacolo “Guardami negli occhi” nasce proprio dalla naturale unione delle mie due colonne vitali: la psicologia e il teatro. Il progetto nasce grazie alla collaborazione tra Polo Blu, centro specializzato per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico e l’Associazione culturale Carichi Sospesi Nata a Padova alla fine del 1998 con l’intento di promuovere laboratori di animazione teatrale nel disagio psichico e fisico, produrre spettacoli teatrali, sperimentare nuovi linguaggi e nuove tecniche, rappresentata dal presidente e regista teatrale Marco Caldiron.

Si tratta di una pièce che trova collocamento all’intero di un progetto formativo più ampio e innovativo che nasce dall’esigenza e dalla volontà di sensibilizzare la cittadinanza alla Sindrome di Asperger attraverso uno strumento diverso dalla formazione classica, unendo una parte teorica formativa ad un’esperienza diretta e suggestiva come quella appunto dello spettacolo teatrale.

Nello specifico lo spettacolo tratta il tema dell’autismo e dell’asperger partendo da una prospettiva diversa, da una visione particolare e sicuramente più coinvolgente poiché racconta e fa vivere agli spettatori il tema di questi disturbi utilizzando il punto di vista delle persone con autismo e con sindrome di asperger. Cosa dicono queste persone? Come vivono la loro quotidianità? Quali sono le loro sensazioni, emozioni collegate al loro modo di essere?  Come si vedono e si descrivono? Quali sono i loro pensieri e i loro sogni? Sono queste alcune domande che trovano risposta in questa rappresentazione teatrale. Si tratta di un lavoro di ricerca che parte dalle testimonianze scritte delle persone con autismo e asperger di diversa età e con esperienza differenti tra loro. La nostra scelta è stata quella di usare esclusivamente l’esperienza vissuta dalle persone con sindrome di asperger senza modificare il contenuto, ma facendo un’operazione di collage che avesse chiaramente un senso anche dal punto di vista teatrale. La scelta nasce proprio dal desiderio, quasi dall’urgenza, di far parlare loro, di farsi ascoltare attraverso la mia voce in scena dal mondo dei neurotipici. Per essere coerenti con la direzione che abbiamo deciso di prendere nella costruzione dello spettacolo abbiamo selezionato anche delle musiche in cui vi erano musicisti con la sindrome di asperger.

Portato in forma ridotta il 2 aprile 2016 all’interno della Giornata per la Consapevolezza per l’Autismo, organizzata dal Centro Polo Blu, il lavoro ha riscosso successo sia tra gli addetti ai lavori sia tra le persone che sono in contatto con il tema affrontato (genitori, insegnanti, fratelli e operatori) proprio per la modalità con cui affronta tali tematiche e per la capacità di far sentire, prima che capire, cosa significa essere autistici. Lo spettacolo è diventato quindi veicolo di riflessione e discussione sulle dinamiche associate rovesciando l’usuale modalità formativa e informativa che si articola spesso attorno al tema dell’autismo, ossia facendo parlare, dando voce ai “veri” esperti della materia ossia le persone affette da tali disturbi.

La durata è di 50 minuti, preceduta da un intervento formativo teorico di circa 20 minuti da parte dell’esperto, la dott.ssa Cristina Menazza, che introduce il pubblico in una dimensione particolare e facendo conoscere alcune dinamiche tipiche delle persone con asperger che poi saranno riprese e declinate in modo suggestivo durante la performance teatrale. È adatto sia ad un pubblico di adolescenti e ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado (in modo da coinvolgerli e avvicinarli a tematiche piuttosto delicate in modo differente e più suggestivo) che ad un pubblico di operatori del settore e di persone che hanno direttamente indirettamente a che fare con persone con autismo o asperger.

Negli anni abbiamo utilizzato questo format all’interno di diversi eventi e in diverse sedi:

– Padova, Mirano, San Donà di Piave, per eventi aperti rivolti alla cittadinanza

– Borgoricco, Prà Maggiore e Portogruaro rivolti a studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado

Nella edizione del’8/5/2017 presso l’Istituto Lepido Rocco di Prà Maggiore abbiamo anche scelto di misurare in qualche modo l’efficacia di questo nuovo modo di fare formazione attraverso dei questionari di gradimento fatti compilare dopo l’intervento teatrale agli studenti, circa 150 studenti di età compresa tra i 14 e 19 anni. Abbiamo verificato un cambiamento nella conoscenza che gli spettatori avevano del tema trattato prima e dopo lo spettacolo, l’utilità del teatro come veicolo di trasmissione di contenuti e dipanatore di alcuni dubbi e pregiudizi rispetto all’autismo e un cambiamento di atteggiamento dopo la visione della piece.

L’ultima edizione è stata messa in scena nell’aprile 2018 a San Donà di Piave, in collaborazione con l’associazione La Bussola; era prevista un’edizione il 30/03/2020 a Belluno, presso il Centro Giovanni XXIII, con tre edizioni, due mattutine rivolte agli studenti delle scuole superiori e una pomeridiana per la cittadinanza, ma per il Covid è stata annullata.

Concludendo, riteniamo che la formula teatrale permette a noi, cosiddetti “neurotipici” di sperimentare direttamente il punto di vista delle persone con asperger, metterci nei loro panni, provare in modo empatico ed emotivamente forte alcune delle sensazioni, percezioni, pensieri che caratterizzano il complesso “mondo autistico”, perché solo una chiara comprensione dell’altro permette un autentico ed efficace aiuto e inclusione.

Per informazioni sullo spettacolo mi si può contattare alla seguente mail raffaelebonni@gmail.com

Per informazioni nel sito carichi sospesi:

https://www.carichisospesi.com/guardami-negli-occhi/

Articolo tratto da rivista Asperger News

 


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