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Gestione dei dispositivi elettronici

Gestione dei dispositivi elettronici: rischi per il neurosviluppo e regole in casa
A cura di Clara Zazzaro Psicologa, Polo Blu SRL – Padova

Nella nostra pratica clinica al Polo Blu di Padova, sempre più genitori ci chiedono come gestire i dispositivi elettronici. Dalla consapevolezza delle estreme opportunità che essi procurano, deriva anche l’esperienza di estreme problematiche. Qual è il confine? Per quanto riguarda le opportunità, basti pensare ai diversi strumenti compensativi forniti nell’ambito dei Bisogni educativi speciali, tra cui tutte le piattaforme che forniscono sintesi vocale, mappe concettuali, software di CAA, ecc. Inoltre, i dispositivi risultano ad oggi indispensabili per il nutrimento delle relazioni sociali. Tuttavia, le linee guida dell’ American Academy of pediatrics sono chiare: evitare l’uso sotto i 24 mesi; tra i 2 e i 5 anni limitare ad un’ora al giorno, tra i 5 e gli 8 anni stare sotto le due ore; evitare l’uso con l’intento di calmare il bambino, no 1 ora prima di andare a letto. Si evince la necessità di una regolamentazione a causa degli effetti negativi sul neurosviluppo: se il bambino impara a usare le tecnologie prima di iniziare a parlare, focalizzerà la conoscenza sul qui-e-ora dello stimolo specifico piuttosto che sulla persistenza degli oggetti al di fuori del momento immediato, interferendo con lo sviluppo cognitivo di base. Si rischia un deficit delle funzioni esecutive (controllo degli impulsi, regolazione emotiva, pensiero flessibile), mancando l’esperienza della tolleranza all’attesa e innescando un meccanismo del tutto/subito che può sfociare in una dipendenza. Quando la regolazione emotiva è mediata da un dispositivo esterno, essa non viene acquisita e non evolve in autoregolazione, aumentando l’impulsività e l’aggressività. Quindi cosa fare? Definire regole precise e condivise, inserite all’interno di un patto educativo, che prevede: tempi di utilizzo, momenti della giornata/settimana, selezione dei contenuti, uso creativo (es. tutorial, app di stimolazione cognitiva, ecc). Parallelamente, pianificare dei momenti di disintossicazione dai dispositivi per tutta la famiglia, favorendo attività di gruppo che riattivino la creatività e il problem solving. Utilizzando un linguaggio adeguato per età, è auspicabile informare i bambini e i ragazzi sugli effetti dei dispositivi, in modo da affiancare al patto educativo/regolativo la consapevolezza. Infine, tener presente che i bambini e i ragazzi sono degli ottimi osservatori (l’osservazione è il canale di apprendimento primario) per cui essere da modello, fornire l’esempio e incarnare le regole che vengono proposte a loro, aumenterà l’efficacia. Tenere da parte lo smartphone durante attività di condivisione familiare, essere disponibili emotivamente per il bambino in caso di bisogno, conservare momenti di esclusività dell’interazione senza i dispositivi, sono tutte indicazioni per gli adulti di riferimento, oltre alle app di controllo (es. google family link). Tali indicazioni sono da applicare con costanza e coerenza da tutta la famiglia.

Articolo pubblicato nella rivista Asperger News

 


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