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Un percorso condiviso per affrontare la paura del buio

A cura di Lazzarin Marika, Seresin Camilla-Psicologhe, Polo Blu SRL – Padova

Presso il Servizio Polo Blu di Padova si svolgono incontri in piccolo gruppo per ragazzini con diverse caratteristiche di funzionamento. Lo scorso anno abbiamo avuto modo di approfondire il tema della paura legata all’addormentamento. All’interno del gruppo formato da tre preadolescenti di 11 anni, nei momenti dedicati alla conversazione è emerso come un elemento comune fosse per tutti i ragazzi la paura del buio e la conseguente fatica ad addormentarsi.

Inizialmente abbiamo chiesto ai ragazzi di rappresentare la loro paura attraverso un disegno. Questo ha permesso loro di constatare come la paura fosse un’emozione condivisa con i propri pari, una sensazione sperimentata da molti altri. Il clima di condivisione e ascolto ha consentito ai ragazzi di sentirsi a proprio agio tra gli altri e di aprirsi nel raccontare i propri vissuti personali.

Attraverso la ricerca di immagini online i ragazzi hanno identificato le loro sensazioni fisiche generate dalla paura. Successivamente si sono esplorati i pensieri che insorgevano prima dell’addormentamento attraverso l’uso del disegno e la realizzazione di fumetti. Parallelamente a questo lavoro abbiamo inserito nella fase finale di ogni incontro la sperimentazione, da parte dei ragazzi, di diverse tecniche di rilassamento. Nel rilassamento guidato gli utenti erano accompagnati dagli operatori con l’obiettivo di apprendere le tecniche esperite nel contesto terapeutico per poterle poi generalizzare nella quotidianità.

Abbiamo preso visione del film “Orion e il buio” all’interno del quale vengono presentati gli elementi che spesso di associano al buio, alla notte e all’addormentamento. I ragazzini durante la visione del film si sono ritrovati in quelle “entità notturne” rappresentate in forma originale e accattivante. Insonnia o rumori misteriosi non erano più considerati esclusivamente in una accezione negativa, ma anche divertente e sdrammatizzata.

È stato poi il turno dei ragazzi ai quali abbiamo chiesto di ridicolizzare la loro paura per il buio attraverso la realizzazione e la condivisione di disegni che andassero a cambiare il punto di vista originario. Con creatività e fantasia ogni ragazzo ha ironizzato suoi propri pensieri e sulla rappresentazione che aveva della paura.

Al termine del percorso svolto in contesto terapeutico abbiamo chiesto ai nostri ragazzi di sperimentare nel quotidiano le tecniche di rilassamento presentate rilevandone l’efficacia attraverso la compilazione di griglie di monitoraggio. Durante lo svolgimento del percorso gli obiettivi individuali di ciascun ragazzo sono stati inoltre condivisi con i genitori, al fine di coinvolgerli, se necessario, nell’applicazione delle strategie precedentemente definite.

L’aver affrontato questo argomento all’interno del gruppo di pari ha permesso anche a coloro che inizialmente erano più restii a parlare di sé di aprirsi e riportate i propri vissuti legati all’emozione arrivando ad applicare le strategie condivise. L’appartenenza ad un gruppo di coetanei con obiettivi comuni è stato il punto di forza per ognuno di loro, gradualmente i ragazzi hanno iniziato a raggiugere i traguardi prefissati.

Articolo pubblicato nella rivista Asperger News

 


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