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La posta del Polo Blu: idea di un ragazzino con disprassia

A cura di Angelini Sara – Psicologa, Polo Blu SRL – Padova

Immaginatevi di voler comunicare e condividere qualcosa, ma di non essere mai compresi e nella maggior parte dei casi l’unica cosa che ottenete sono dei volti perplessi e talvolta evitanti.

Ecco questo è il caso di Giovanni, 10 anni, che frequenta il servizio Polo Blu due volte alla settimana in trattamento individuale. Giovanni è un ragazzino con un’importante disprassia verbale che inficia in modo evidente il suo bisogno di comunicare con gli altri.  Giovanni intorno ai 3 anni è stato esposto al “baby signs” (programma di comunicazione gestuale segnata) per accompagnare l’inizio del linguaggio, poi ha fatto diversi percorsi logopedici tra cui anche il metodo PROMPT (approccio utilizzato durante le sedute di logopedia per sviluppare le abilità motorie coinvolte nel linguaggio). Il tutto ha contribuito positivamente allo sviluppo di una buona intenzionalità comunicativa e nella produzione di alcune parole, seppur poco intellegibili. Attualmente il linguaggio verbale resta fortemente compromesso a causa della disprassia; per la maggior parte poco comprensibile e ridotto a singole parole/vocalizzi. Il tono della voce è spesso molto alto e questo è un ulteriore manifestazione di bisogno di comprensione e frustrazione. Risulta facile immaginare il livello di frustrazione che questa condizione porta con sé, ma nonostante ciò Giovanni non ha mai smesso di provare a farsi comprendere, anzi con il passare degli anni e il supporto costante della sua famiglia, il desiderio di esprimersi è via via aumentato.

Inizialmente la disregolazione motoria e comportamentale ha reso difficile il lavoro di avvicinamento a devices di supporto alla comunicazione, ma con il tempo e con un intenso programma di regolazione si sono ottenuti ottimi risultati. Il primo sistema di supporto alla comunicazione è stato un quaderno comunicativo (vd foto 1) che Giovanni sapeva usare molto bene, ma che lo frustrava parecchio poiché nonostante fosse molto ricco, la ricerca dell’immagine corretta rallentava di gran lunga il suo impellente bisogno comunicativo. Il secondo device di supporto per Giovanni è il software The Grid per la comunicazione interpersonale: si tratta di un software per la comunicazione aumentativa installato sul computer o tablet che permette di proporre e costruire matrici comunicative personalizzabili. Inizialmente è stato utilizzato solo in entrata poiché rimane, come il quaderno comunicativo, un sistema molto più lento rispetto alla velocità comunicativa di Giovanni, e quindi inizialmente lo evitava.  Poi in situazioni altamente motivanti Giovanni ha utilizzato il The Grid anche in uscita e questo è stato un grosso rinforzo positivo per lui che si è sentito sempre più compreso dagli altri. Questo particolare momento del trattamento ha innescato un circolo di miglioramento continuo: Giovanni era meno frustrato perché più compreso e questo ha aumentato la sua voglia di raccontarsi. Ora Giovanni riesce a verbalizzare più parole comprensibili, il tono della voce si è adeguato, c’è spazio per la comprensione degli stati d’animo altrui e quindi per l’elaborazione di diverse e adeguate strategie per avvicinarsi all’altro.

Durante le ore di trattamento individuale Giovanni ha incontrato spontaneamente altri bambini del Polo Blu e questo ha subito fatto nascere in lui l’interesse nei loro confronti. Ha chiesto di poterli conoscere, di poter interagire con loro e spontaneamente ha deciso di registrare un video di saluti accompagnato da didascalia in CAA scritta con The Grid (vd foto 2). La risposta degli altri bambini è arrivata tramite un disegno cartaceo e quindi abbiamo pensato di sistematizzare questa comunicazione facendo nascere la Posta del Polo Blu: un sistema di comunicazione che possono usare tutti i frequentatori del centro, dai più piccoli con un semplice disegno fino ai più grandi. Abbiamo quindi costruito una cassetta postale (vd foto 3) per imbucare le lettere con tanto di bandierina rossa per notificare la presenza del nuovo messaggio e per includere proprio tutti (bambini/ragazzi verbali e non verbali). Giovanni ha deciso di scrivere delle regole su come usare la posta del Polo Blu (vd foto 4), plastificarle e appenderle vicino alla cassetta postale, rigorosamente in CAA.

La Posta del Polo Blu ha già fatto il giro di tanti bambini che frequentano il servizio e diversi di loro si sono messi in gioco per provarla: alcuni hanno deciso di scrivere un piccolo messaggio, altri di fare un disegno come regalo, altri ancora hanno imbustato dei ritagli a forma di cuore… insomma, la Posta del Polo Blu apre ad un tipo di comunicazione, forse ormai un po’ dimenticata, che favorisce l’impegno per la stesura di un bel messaggio e l’emozione dell’attesa della risposta; per non parlare di sentimenti come felicità, gratitudine, stupore ed entusiasmo nel momento di ricezione della risposta. I bambini e i ragazzi si mostrano emozionati al pensiero che qualcuno riceverà, tra qualche giorno, un loro messaggio; riescono ad empatizzare e mettersi nei panni dell’altro. Inoltre sviluppano creatività, pazienza e impegno per fare un buon lavoro (ad es. si impegnano per scrivere bene).

Pensare che questa idea che ha dato vita ad un’interazione nuova tra i vari utenti del Servizio sia venuta ad un bambino che non riusciva a farsi comprendere da nessuno, ci ricorda che le fragilità personali non devono essere viste solo come limiti, ma posso trasformarsi anche in generatori di vie alternative e creative.

Articolo pubblicato nella rivista Asperger News

 


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