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Social network con adolescenti con sindrome di Asperger

L’utilizzo dei social network con adolescenti con sindrome di Asperger: gli scambi relazionali e gli approcci affettivo-relazionale on line.
A cura di Clara Zazzaro, Anna Paparelli e Francesco Scarpa, Psicologi, Polo Blu SRL – Padova

“Sai cosa hanno scritto nel gruppo whatsapp della classe?”

“Ho visto una ragazza che ballava su tik tok! Le ho scritto un commento”

“Dopo ti mando uno sticker in privato”

Nel momento storico in cui ci troviamo, spesso si sente parlare di “Nativi digitali” definiti anche generazione Z. Chi sono? I ragazzi di oggi, quelli nati nell’epoca dei social, che si relazionano socialmente anche e spesso maggiormente attraverso whatsapp, tik tok, istagram, youtube, ecc. I social network sono diventati ormai lo strumento di elezione nelle relazioni sociali degli adolescenti e serve un riadattamento delle social skills. Una richiesta ardua per i ragazzini nello spettro dell’autismo, dal momento che le loro difficoltà relazionali si intersecano con la necessità di gestione delle abilità sociali a distanza, rese ancora più complesse dall’assenza di pragmatica della comunicazione diretta. Illustriamo qui di seguito un progetto messo in atto con un gruppo di cinque ragazzi con sindrome di asperger, di 12-13 anni, con esperienza passata di lavoro insieme. Per avere una baseline della loro padronanza nell’uso dei social network, abbiamo predisposto un questionario self report, che indaga 5 aree di abilità, riportato in figura 1.

 Il progetto si pone quattro macrobiettivi, trasversali a tutti gli incontri.

Uso funzionale dei social network

Il primo passo è stato creare insieme ai ragazzi un gruppo whatsapp, favorendo l’individuazione autonoma dei vari passaggi per la costruzione del gruppo con gli smartphone personali e la condivisione di regole di netiquette concordate insieme. Sono state definite anche le impostazioni riguardo alla privacy e ai contenuti del gruppo whatsapp. Nasce quindi “La gang del polo blu” con la propria foto (foto 2), in cui partecipavano i ragazzi e gli operatori psicologi.  I ragazzi si sono “allenati”, di settimana in settimana, a gestire i ritmi veloci e mutevoli delle conversazioni online e tutti gli aspetti della pragmatica all’interno di una interazione a distanza (turni di risposta, tempi di attesa, aderenza al tema della conversazione, teoria della mente), con il feedback e la partecipazione degli psicologi.

Esplorazione del gergo di internet

Nella maggior parte dei casi il gergo utilizzato online ha delle caratteristiche proprie e non convenzionali. L’esplorazione dell’uso pragmatico del linguaggio online, composto da metafore, modi di dire, simboli non verbali (spunte blu, emoticon, meme…), slang e codici (“scrolling”, “spammare”, abbreviazioni etc..), note vocali (tono, durata, funzione…) ha arricchito di esperienza diretta i ragazzi, con l’opportunità di elaborare e ristrutturare all’interno del gruppo gli aspetti critici e non immediatamente traducibili a livello letterale.

Gestione della propria sicurezza e privacy in rete.

Per questo tema molto delicato abbiamo ritenuto efficace attuare alcuni metodi basati su esercizi esperienziali, con lo scopo di raccogliere le conoscenze e le perplessità dei ragazzi (attraverso l’uso del questionario sulla sicurezza online – Portale media educazione comunità – https://www.associazionemec.it/) ed in seguito provare ad immergerci in alcune situazioni tipo. Attraverso la compilazione prima scritta di problem solving di situazioni sociali online (foto 3), con relative soluzioni adattive e poi inscenata tramite role playing di esse, sono stati affrontati diversi scenari possibili all’interno del mondo di internet che possono essere connotati come pericolosi o possono costituire un campanello di allarme e attenzione per se stessi. La visione di video sul cyberbullismo ha incentivato la discussione in gruppo e la lettura dell’emotività.

Sfera affettivo-relazionale online

Abbiamo raccolto le domande dei ragazzi in forma anonima su dubbi, perplessità e richieste relative a tematiche quali il sesso, le relazioni, l’orientamento sessuale, i fidanzamenti e i corteggiamenti (foto 4).  In gruppo sono state affrontate le modalità adeguate di approccio online e di manifestazioni di interesse. Sono state esplorate le loro esperienze di emozioni online e svolti role playing riguardo le social skills online. Anche nella sfera affettivo-sessuale si utilizza un linguaggio tipico, per cui le parole e le espressioni usate dai coetanei, sono state raccolte ed esplicitate, supportando la lettura dei significati di ciò che accade ai ragazzi quotidianamente e nelle strategie di coping.

Riflessioni: effettuare una valutazione quantitativa nell’utilizzo spontaneo efficace dei social nel contesto quotidiano dei ragazzi risulta macchinoso, ma in questa esperienza abbiamo sperimentato che la possibilità di utilizzare la tecnologia, di offrire spazi di ascolto anche per gli argomenti che possono sembrare strani, indefiniti, particolari, precoci, crea un legame e legittima il bisogno di curiosità e conoscenza, in un mondo virtuale carico di stimoli in cui il significato non è sempre chiaro e a volte può risultare fuorviante. Il progetto ha di sicuro rafforzato la coesione e la condivisione del gruppo al di fuori del contesto terapeutico, rendendo le relazioni più ecologiche e spontanee (foto 5,6,7).

 

Articolo pubblicato nella rivista Asperger News


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